Frans van de Kasteele a Spello
Sono nuovamente sulle tracce del pittore fiammingo Frans van de Kasteele, alla ricerca di altri due quadri situati in una chiesa; stavolta sono in compagnia di due autori de L'Amletico, Giuseppe e Alessandro.
Ci troviamo in Umbria, in un piccolo paese in provincia di Perugia: Spello.
La vista da lontano è davvero suggestiva. La cittadina sorge su una collina a 280 metri di altitudine, in una posizione pittoresca sull’estremo declivio meridionale del monte Subasio.
L’aspetto è antico. Le case in pietra, costruite principalmente col calcare, si perdono nei vicoli e in oscuri androni. È quasi sera, dobbiamo sbrigarci o rischieremo di trovare la chiesa chiusa.
Entriamo nel paese dalla Porta Consolare, bellissimo portale romano a tre fornici (la cittadina fu un municipio romano col nome di Hispellum), a destra del quale si innalza un’alta torre medioevale con la cima chiomata di olivi. Ci inerpichiamo per la strada principale che corre lungo tutto il paese, dalle pendici fino a monte, e affrettandoci saliamo per arrivare alla chiesa di San Lorenzo. Ma siamo arrivati tardi, le tre porte sono chiuse. Sulla chiesa purtroppo non c’è alcuna indicazione, proviamo a chiedere in giro ma nessuno sa niente e l’ufficio turistico è chiuso. Decidiamo allora di passare la notte qui a Spello per goderci la serata assaggiando i piatti tipici, nella speranza di trovare aperto l’indomani mattina…
Il giorno seguente scendo subito giù per vedere se la chiesa è aperta, ma niente. Passate le dieci nulla si muove; vado allora al centro informazioni e chiedo a che ora aprirà la chiesa. La signora, che pensava fosse aperta, apprende da me che è ancora chiusa. Fa un paio di chiamate senza ricevere alcuna risposta, mi consiglia allora di andare nella chiesa principale di Spello, ovvero santa Maria Maggiore, e chiedere di un tale Federico. Scendo per il paese ed entro nella grande chiesa, ignorando totalmente gli affreschi del Pinturicchio nella Cappella Baglioni, dirigendomi verso il bookshop per chiedere di questo Federico. Un tale dall’aspetto simpatico e genuino risponde a questo nome. Gli chiedo se sa quando aprirà San Lorenzo e mi risponde che attualmente la stanno pulendo ed aprirà nel pomeriggio o forse in serata per la messa. Resto attonito ed inizio a recitare la mia parte, cercando di muoverlo a compassione dicendogli che sto scrivendo la tesi su questo pittore ed ho necessità di vedere i due quadri (il che è tutto vero!). Nel frattempo mi raggiunge Giuseppe, dandomi manforte. La mia performance viene premiata, il simpatico custode ci dice di attendere perché ci farà entrare. Dopo un giro di chiamate arriva un anziano signore con un mazzo di chiavi e ci dice di andare; ci chiedono solo la cortesia di portare un paio di abiti talari fino su alla chiesa di San Lorenzo.
Finalmente entriamo, abbiamo il privilegio di farci aprire le porte solo per noi, davanti allo stupore e forse l’invidia dei passanti. Un turista ci chiede se si possa entrare, ma il custode ci intima di chiudere la porta; così, senza troppe remore, Giuseppe gli sbatte la porta in faccia.
Subito individuo le due grandi tele, si tratta di un martirio di Santa Caterina d’Alessandria e di una Madonna che intercede per le anime purganti, entrambe sono datate al 1599. L’artista fiammingo le ha realizzate a Roma, per poi spedirle a Spello. La santa Caterina, che verte in condizioni gravemente danneggiate, con pezzi di tela staccati ed un profondo strato di sporco, necessiterebbe di un restauro e di una ripulitura. Proprio per questo motivo non sono riuscito a trarre una buona fotografia, e risparmierò ai lettori quello che sembra una sorta di negativo fotografico.
Il secondo quadro è invece ben conservato, le cromie sono ancora accese, e rievocano le miniature in cui il Kasteele era molto abile. La composizione è divisa in tre parti. In basso gli angeli prelevano le anime che verranno salvate, sollevandoli di peso e trasportandoli in cielo. Nella fascia intermedia una schiera di uomini e donne, molti dei quali in abiti religiosi, sono inginocchiati in preghiera; fra questi vi è, all’estrema sinistra, un uomo con lo sguardo rivolto verso lo spettatore e l’indice che punta verso l’alto: è probabilmente il committente del quadro. Nella fascia superiore infine, sospesi su due grigie nuvole, Cristo e la Vergine accolgono le anime del purgatorio, attorniati da una schiera di cherubini ed angeli musicanti.
Le due tele rientrano in una delle molteplici commissioni che il pittore ottenne dall’ordine cappuccino, che evidentemente doveva apprezzare molto lo stile italianizzato e manierato del fiammingo.
Osservati attentamente i due quadri, ci apprestiamo ad uscire (prima che ci chiudano dentro!) Ringraziato il gentil custode, torniamo alla camera, rifacciamo lo zaino e ci rimettiamo sulla strada, verso nuove avventure e verso nuovi dipinti da scoprire.