Frans van de Kasteele ad Orte

 
 

Sono le 8.45, è domenica mattina, gli stretti vicoli tagliati nel tufo sono deserti, solo qualche sparuto vecchietto si aggira qua e là.

Mi trovo ad Orte, in cerca di un quadro: la Madonna in gloria con san Michele che schiaccia il demonio del fiammingo Frans van de Kasteele, conservato nel museo diocesano. Ma una volta davanti l'edificio, lo trovo chiuso; chiedo allora ad una anziana signora l’orario di apertura e la sua risposta mi sconcerta: “Forse apre alle dieci, dipende come gli gira!”. Vado dunque al centro turistico per chiedere informazioni, là trovo un simpatico signore dal marcato accento americano al quale domando se il museo aprirà. Mi dice che, se non ci sarà nessuna prenotazione per visitare la Orte sotterranea, allora mi potrà aprire il museo (l’una esclude l’altra siccome lui è l’unico responsabile nel paese). Fortunatamente, non essendoci anima viva in paese, mi apre il museo (questa gestione familiare mi fa sorridere, ma la trovo piacevole). L’allestimento è in una chiesa romanica dell’undicesimo secolo interamente costruita col tufo e le poche opere presenti sono disposte intorno al perimetro dell’unica navata.

Dopo tante peripezie, finalmente mi trovo davanti al quadro tanto ricercato; passo circa dieci minuti ad appuntarmi e fotografare i dettagli più minuti, dalla corazza dell’arcangelo Michele – con le stelle, il sole, la luna e i segni zodiacali – allo scorcio del paesaggio ortano sullo sfondo, fino al cartiglio con la firma del pittore e la data: “FRANCISCUS DE CASTELLO FLANDER BRUXELL(EN) SIS FAC. ROMAE DNS. M. D. XCV”.

 
 

La tela raffigura nella parte superiore la Madonna in gloria col bambino, mentre in basso è rappresentato San Michele arcangelo che schiaccia il demonio, circondato da Santa Chiara, Francesco e Caterina d'Alessandria. Il quadro venne realizzato nel 1595, come testimonia il cartiglio con la firma apposta in basso a destra, ed è il capolavoro del pittore e miniaturista fiammingo Frans van de Kasteele (italianizzato in Francesco da Castello) che venne in Italia negli anni '70 del Cinquecento e vi restò fino alla morte avvenuta nel 1621. 

 

Lo straordinario dettaglio dell'armatura dell'arcangelo Michele, realizzata come un cielo stellato dove compaiono le costellazioni su uno sfondo azzurro, mentre i segni zodiacali sono riprodotti sulla fascia che attraversa il petto.

 

Degne di nota sono anche la Madonna della Misericordia di Cola da Orte, recentemente prestata ai Musei Capitolini in occasione di una mostra, ed una tavola con san Francesco del XIII secolo.

Soddisfatto della visita mi addentro nel paese: ricco di palazzi antichi, graziose piazzette e scorci suggestivi fra le vecchie case. Camminando per gli angusti vicoli il tempo sembra essersi fermato, le case sono ricoperte da una patina di antico ed ho la sensazione di aver fatto un salto nel passato. Il paese è diviso per contrade, ognuna delle quali contraddistinta dal proprio stemma appeso in strada, il che contribuisce a creare un’atmosfera medievale. Numerose sono le chiese da visitare così come le fontane, essendo la città ricca di sorgenti naturali.

Interessante sarebbe anche la visita alla città sotterranea, dove si ripercorrono i cunicoli che costituivano l’antico acquedotto di epoca preromana, con cisterne, pozzi e fontane scavati nel tufo. Ma il mio tempo a disposizione stringe e riprendo la via del ritorno alla ricerca di altri quadri.

Una piacevole scoperta il piccolo comune di Orte; paesino costruito sul tufo a circa 130 metri di altitudine sopra la valle del Tevere, dove si può riscoprire l’atmosfera medievale in una pace e tranquillità uniche.