Enjoy, l'arte incontra il divertimento
Durata della visita: 1h
Periodo: dal 23 Settembre 2017 al 25 Febbraio 2018
Costo biglietto: 13€ intero; 11€ ridotto
Una stanza piena di palloncini rossi è arte? Dalla prospettiva esteriore sicuramente è divertente. Una volta all'interno, tutti i dubbi svaniscono e una sola domanda sovrasta. Perché non ho appresso un ago?
Il buon esito del concepire artistico contemporaneo non può trascurare la semplicità e l'imprevisto. A questo va aggiunto il divertimento, che non è solo un effetto collaterale dell'esperienza creativa; potrebbe in realtà essere la misteriosa forza motrice che rende artista un odierno essere umano.
Ne vale la pena fare arte senza divertirsi? Anzi, senza diversione c'è arte? La noia certamente non trova spazio nel percorso "invisibile" di Enjoy.
Qui si può – con attenzione – toccare, fotografare, guardare, ascoltare, sedersi, appoggiarsi, sdraiarsi, indossare, premere, spaventarsi tranquillamente e, soprattutto, lasciarsi andare in questo mare di sensazioni e percezioni.
Vedo sotto il tetto di plastica del chiostro tanti studenti con i loro taccuini, concentrati nel riprodurre le forme architettoniche del palazzo, mentre è proprio sotto i loro piedi che si trova la prima opera della mostra: un enorme tappeto commissionato a Michael Lin, che occupa ben 400m². L'effetto è considerevole. Un dialogo fluido tra colori contemporanei ed archi rinascimentali.
Chiusa la tenda nera, nel buio della prima stanza appare uno zootropio. Il dispositivo ottico per visualizzare immagini e disegni in movimento, inventato nell'Ottocento, è il jolly di Mat Collishaw e il suo The Centrifugal Soul. L'artista inglese punta sull'estetica per ipnotizzare lo spettatore.
È l'opera di Jean Tinguely a riportarci allo stato di normalità, però preparate gli orecchi. I suoi studi del suono, scultura e movimento potrebbero provocare reazioni impreviste.
Allora gli scherzi ottici di Leandro Ehrlich saranno gioco per bambini e la proposta di Ernesto Neto per una pausa e riconnessione sarà arrivata giusto in tempo. Tempo di cura, come spiega l'artista brasiliano, che quest'anno incanta il pubblico della Biennale di Venezia con sua opera nel Padiglione dei Sciamani.
Il percorso si conclude con l'opera del TeamLab. Il collettivo di 400 creativi giapponesi in mostra per la prima volta in Italia con il maxi schermo Flowers and People.
Interattività e tecnologia per ridisegnare i confini artistici. Brividi negli spettatori che vedono in alta definizione il ciclo senza fine della nascita, crescita e morte che l'arte da sempre cerca di placare.
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Da notare soltanto che alcune opere non funzionavano nel momento della visita e altre sono state rimosse.