Giacomo Melloni - Il Musicista Oscuro

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Titolo: Il Musicista Oscuro

Casa Editrice: Voland

Edizione: 2017

Pagine: 144

Squattrinato, privo di talento, ossessionato dal successo che non riesce a ottenere, il protagonista è un musicista fallito che si guadagna da vivere come custode in un museo. Detesta i colleghi di lavoro e soprattutto il suo vicino, ottimo violinista e dongiovanni di cui è irrimediabilmente invidioso. E quando viene abbandonato anche dalla brutta e grassa Silvana, la follia del narratore si aggrava. Chiuso nella sua stanza, passa le giornate a origliare, convinto che il violinista sparli di lui alle tante conquiste che si porta a letto. Un grande cartellone pubblicitario che annuncia l’uscita dell’album di una nuova star della musica – l’odioso vicino – fa precipitare la situazione.


Avete mai provato un profondo senso di vuoto e la sensazione di smarrimento e di angoscia legata alle difficoltà di riconoscere che la propria vita sia un fallimento totale sotto ogni aspetto? È un male che ti cresce dentro e ti divora giorno dopo giorno, portandoti irrimediabilmente alla pazzia.

È proprio ciò che succede al protagonista di questo romanzo: un musicista senza talento, maleducato, brutto e senza un soldo. Nonostante fin da giovanissimo pensasse, un po' come tutti i ragazzi di quell'età, di essere investito da una sorta di "luce divina" che lo avrebbe portato sicuramente alla fama e al successo, presto ha dovuto fare i conti con la realtà e, inesorabilmente, con la sua pazzia.

Per sopravvivere e per finanziare la sua infruttuosa attività artistica, lavora come custode del museo più grande e più importante di una metropoli, il Brandt-Macquart; reputa questo lavoro noioso e degradante, trascorrendo il suo tempo in un'ala dell'edificio quasi sempre deserta in quanto le opere in essa esposte non destano alcun interesse nel pubblico.
Odia tutti i suoi colleghi, non ha amici né tanto meno una fidanzata, detesta il suo vicino di casa (un bellissimo violinista, "Don Giovanni" e di straordinario successo) e passa le giornate lavorative a creare e spesso anche a discutere con personaggi creati dalla sua mente. 

A suo parere, il vero responsabile della sua triste deriva, è stata la prima persona (e forse l'ultima) che ha realmente ammirato: il suo maestro di chitarra, di cui non sa nemmeno dare una descrizione lucida e non distorta, per colpa dell'odio che prova nei suoi confronti. Gli ha trasmesso la sua "malattia musicale", ed è per causa sua se è senza un lavoro dignitoso, senza soldi e trascorre le serate a torturarsi nella speranza di trovare una via d'uscita.

È un uomo pieno di rancore, frustrato, e arrabbiato col mondo intero. Non passa un momento senza la convinzione di meritare la fama e il successo tanto agognati, e ingiustamente negati.

Vive alternando lavori saltuari a sbronze colossali, ma la telefonata di Boris, suo vecchio amico ed ex-batterista della sua band giovanile, dà il via a un vortice di eventi che lo faranno sprofondare sempre di più nelle tenebre oscure del suo animo e della sua mente.
La follia inizia ad alternarsi con maggiore frequenza con la realtà, è consapevole di vivere situazioni irreali e distorte, ma sembra essere esaltato dalla sua pazzia tanto da ricercare sempre più i suoi momenti di "smarrimento" con i personaggi da lui creati.

La situazione precipita del tutto quando il protagonista viene lasciato dalla brutta e grassa Silvana, la sorella di Boris: la nuova  solitudine accentua notevolmente la spirale di autodistruzione in cui è completamente immerso, e troverà proprio nel violinista tanto detestato, il bersaglio (e probabilmente il capro espiatorio) della sua grande rabbia e frustrazione.

Il bravo autore ha il merito di farci assaporare appieno la follia del protagonista, permettendoci di smarrirci con lui.
Ci fa sentire, sulla nostra pelle, quel senso di angoscia e di panico che si percepisce nel momento esatto in cui ci si rende conto che ciò che si è vissuto era solo frutto della nostra mente: come quando ci si sveglia da un brutto sogno.

Siamo trascinati in un mondo misero e grigio: lo squallore di certi ambienti e situazioni e la povertà d'animo di certi personaggi vengono talmente ben caratterizzati che sembra ci circondino durante la lettura.
Giacomo Melloni sottolinea l’incapacità di reagire adeguatamente alle situazioni e rende l'ossessione del protagonista talmente forte e travolgente che, almeno durante la lettura, diventa anche la nostra.
 

Gradimento: 7/10