In bici tra Alviano, Civita di Bagnoregio e Orvieto
Quasi tutti conoscono il suggestivo scenario di Civita di Bagnoregio, anche nota come “La città che muore”, a causa del fenomeno erosivo che sta progressivamente consumando la superficie collinare su cui sorge il centro. Si tratta senz’altro di una meta affascinante, ricca di testimonianze della sua origine etrusca e di luoghi legati alla storia di San Francesco e San Bonaventura da Bagnoregio, uno dei padri fondatori dell’Ordine francescano.
Questa piccola frazione del comune laziale di Bagnoregio ha dunque già di per sé un’attrattiva irresistibile ma l’esperienza della sua visita può diventare ancora più coinvolgente se inserita tra le tappe di un itinerario da percorrere in bicicletta, nell’arco di una giornata, in mezzo alla campagna della Tuscia. D’altra parte, raggiungere il centro incantato che si sta lentamente spegnendo e dissolvendo, sentendosi in prima persona prossimi al crollo, alla fine di una lunga pedalata in salita, non può che stimolare una spontanea connessione e un’autentica sintonia con lo scenario che ci si trova di fronte alla fine del percorso e con l’atmosfera magnetica e vagamente sinistra che avvolge la vallata.
Ironia a parte, una gita meravigliosa attende gli spiriti avventurosi che avranno voglia di cimentarsi in questa impresa sportiva, comunque assolutamente gestibile e piacevole anche per persone poco allenate, potendo sempre optare per una bicicletta con pedalata assistita al fine di supportare le gambe nei tratti più ripidi in salita.
L’itinerario si divide in due parti: nella prima fase, si arriva a Civita di Bagnoregio partendo da Alviano, comune di origine medievale che ospita l’Oasi naturalistica del Lago di Alviano gestita dal WWF. Si consiglia di raggiungere Alviano in treno già muniti di biciclette. La seconda fase prevede di conquistare anche la rupe su cui si erge Orvieto, dopo aver lasciato Civita di Bagnoregio ed aver nuovamente attraversato il confine tra Lazio e Umbria, lungo un tragitto completamente immerso nel verde della campagna.
Anche Orvieto, come Civita, possiede un appellativo popolare che descrive sinteticamente l’aspetto e la struttura del luogo: Orvieto è “la città alta e strana”, posta in cima a una collina di tufo a cui si può accedere anche prendendo la funivia. Difficile non innamorarsi del grazioso dedalo di vicoli, strade e piazzette che caratterizzano il centro e dei numerosi luoghi di interesse, come il Pozzo di San Patrizio e l’imponente Duomo in stile gotico. Alla costruzione e decorazione di quest’ultimo contribuirono numerosi artisti di pregio: Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani per la realizzazione del progetto e della facciata, Ippolito Scalza per le sculture e i pittori Gentile da Fabriano, Lippo Memmi, Beato Angelico, Ugolino di Prete Ilario e Luca Signorelli.
Prima di riprendere il treno alla stazione di Orvieto, al termine di un itinerario così ricco, non può ovviamente mancare la sosta in una taverna rustica per assaggiare alcune delle ricette tipiche della zona, a base di tartufo nero, cacciagione e porchetta, accompagnando il tutto con ottimo vino locale. Peraltro, avendo pedalato tutto il giorno, non ci sarà proprio spazio per i sensi di colpa a tavola!