Poeti a Roma. Resi superbi dall'amicizia
Durata della visita: 45 minuti circa
Periodo: dal 30 Marzo 2019 al 23 Giugno 2019
Costo biglietto: 6€ intero; 3€ ridotto
"Ma perché siete venuti ad abitare qui che Roma era così bella negli anni Sessanta?".
Così Nanni Moretti interrogava un anziano che proprio in quegli anni si era trasferito a Casal Palocco, nel celebre film "Caro diario". È vero, Roma era incredibilmente bella e affascinante in quella decade; era una città che finalmente voltava le spalle alla miseria e alle macerie della guerra, per rialzare la testa con orgoglio in direzione di quel boom economico tanto osannato (che le creerà al contempo molti danni).
Il particolare fascino di quegli anni si deve soprattutto ad un'atmosfera che si respirava, grazie ai molti artisti che la frequentavano.
Visitando la mostra "Poeti a Roma" presso l'ex palazzo del GIL (Gioventù Italiana del Littorio), si rimane stupiti dalla quantità di personalità che percorrevano allora le vie capitoline, e ancor di più colpisce vedere come quasi tutti fossero amici, in una sorta di grande movimento artistico in fervore.
In una sola fotografia si possono vedere insieme Pasolini, Moravia, Montale, Ungaretti e Alfonso Gatto!
Le oltre duecentocinquanta fotografie originali sono corredate da didascalie e brevi estratti degli scrittori; così si viene ad apprendere che molti dei protagonisti di quella indimenticabile stagione abitavano a pochi isolati di distanza, se non addirittura nello stesso palazzo, come il caso di Pasolini e della famiglia Bertolucci in via Carini. Per il giovane Bernardo l’incontro con il poeta e scrittore friulano sarà fondamentale per la sua formazione, e sarà grazie a lui che intraprenderà la carriera registica (nel 1961 Pasolini esordisce alla regia con “Accattone”, chiamando proprio il giovane Bernardo come aiuto-regista).
Quelli di P.P.P. sono forse fra gli scatti più belli in mostra; da solo in notturna nelle vie desolate della città, in compagnia dei ragazzi di vita nelle borgate, o ancora affiancato degli amici scrittori, Moravia su tutti, o da personaggi dello spettacolo, come Laura Betti, cantante e attrice in molte sue pellicole.
Quello che emerge è l’umanità che talvolta si cela dietro questi personaggi, spesso mitizzati oltremisura. Fuoriesce un Pasolini innamorato della realtà romana, che due anni dopo il suo arrivo in città scriveva ad un amico: “Tu sapessi che cosa è Roma! Tutta vizio e sole, croste e luce; un popolo invasato dalla gioia di vivere, dall’esibizionismo e dalla sensualità contagiosa, che riempie le periferie. Sono perduto qui in mezzo”.
Ma oltre alle fotografie affettuose e ai ritratti introspettivi, ci sono anche gli scatti della morte del poeta; quella morte quasi caravaggesca, come sceneggiata e diretta da lui stesso. Il ritrovamento del suo corpo insabbiato e martoriato all’Idroscalo di Ostia e il funerale dove spiccano i volti lacrimanti di Ninetto Davoli e Franco Citti, lasciano attoniti e sgomenti.
Saranno gli scatti rubati all’intimità della coppia Moravia-Morante a farvi tornare il sorriso sulle labbra, così come le fotografie che ritraggono Carlo Emilio Gadda allo zoo, mentre si gode divertito gli orsi e gli elefanti, o ancora il sorriso trascinante di Ungaretti.
Degni di interesse sono anche una serie di cimeli, come prime edizioni di libri, riviste e incisioni discografiche, che accompagnano il racconto fotografico in bianco e nero con qualche tocco di colore, come la bellissima copertina della prima edizione di “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”.
Usciti dall’imponente edificio razionalista viene voglia di vagare per la città, alla ricerca di quei personaggi, di quella speciale stagione, così intensa e prolifica, purtroppo finita ed irripetibile.