Quo Vadis, Ezio?
In un triste giorno di metà Maggio ci ha lasciati Ezio Bosso, all’età di 48 anni a causa di una malattia degenerativa che lo affliggeva da tempo. Direttore d’orchestra, compositore e pianista “per caso”, come amava definirsi, lo ricordiamo per le sue straordinarie doti artistiche coniugate ad una genuinità e un’autoironia non comuni.
Innumerevoli e magistrali i contributi da annoverare nella sua carriera artistica che esordisce, come forse pochi ricordano, ne “Gli Statuto”, band ska-mod di Torino, per poi proseguire in un percorso di singolari successi tra i quali 5 opere, 15 colonne sonore, 5 sinfonie, 15 lavori per la danza e molti altri ancora, fino ad arrivare alla candidatura al David di Donatello.
Musica, Tempo, Malattia, Vita, Morte. Su queste parole rifletteva spesso il Maestro Ezio Bosso, cogliendone l’essenza più assoluta vivendole sulla propria pelle. Della patologia che lo aveva condotto ad una disabilità spietata tanto da impedirgli nell’ultimo periodo di suonare il pianoforte, Bosso aveva smesso di domandarsene il perché, imparando a tradurre ogni problema come un’opportunità. Quel sole sotto il quale avrebbe voluto stendersi dopo la quarantena non potrà sfiorarlo, l’albero che avrebbe voluto abbracciare non riceverà nessuna stretta dalle sue braccia così talentuose ma sfinite. Il tempo che lui oggi non ha più, ha saputo dilatarlo attraverso la musica e regalarlo meraviglioso a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo e che continueranno a farlo anche ora che non è più tra noi.
La sua anima raggiante verrà sempre tramandata attraverso la sua arte, che ci insegna l’importanza di saper ascoltare e ci ricorda che “La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi”.