Ricamate e dipinte a mano, le magliette Temporada sono pezzi unici

Si sente il rumore dei ferri del mestiere quando chiamo Chiara Santori al telefono. Si trova nel suo laboratorio a Sutri ed è da lì che mi è arrivato il suo biglietto da visita. Appena l’ho letto, ho deciso che avrei voluto sentire la sua storia.

Chiara Santori

"In ogni capo o accessorio, completamente realizzato a mano c'é un po della mia famiglia. Questo lo rende unico". Quale messaggio vuoi trasmettere con questa frase?

Il bello del lavoro artigianale è che ogni oggetto racconta una storia. Essendo realizzato da me, racconto quella che è la mia storia.

Che include la tua famiglia.

Sì, mia madre mi aiuta in alcuni lavori, mia cugina Ginevra mi consiglia sempre, mia sorella (anche se è lontana) è la prima a vedere le nuove creazioni. E poi, gli insegnamenti pratici, mi sono stati tramandati da mia nonna. Adesso non c’è più, ma mi piace pensare che è presente nelle mie magliette.

Anche lei lavorava al ricamo?

Mia nonna era una sartina di paese, ma lo faceva in modo amatoriale. Sferruzzava sempre e da piccola mi lasciava una pezzetta, un ago e io ci giocavo. Poi, quello che all’inizio era un gioco, ora è diventato un’attività. Lei non ha avuto neanche il tempo di scoprire che sarebbe diventata una professione. Penso sempre a lei quando lavoro. Se non mi avesse fatto giocare, non sarebbe questa la mia vita.

E il nome Temporada come nasce?

Non c’è un aneddoto particolare. Cercavo un nome che non fosse il mio. Ne volevo uno fresco, giovane, e mia sorella, che abita in Spagna, mi ha consigliato questo. Temporada significa stagione in spagnolo. Anche qui, possiamo dire, che il lavoro cambia come le varie stagioni della moda.

Il logo di Chiara Santori

Quali sono gli attrezzi che usi?

Il tombolo da ricamo o l’uncinetto. E naturalmente i pennelli, perché dipingo sulle magliette.

Lavori direttamente sulla t-shirt?

Sì, infatti io dico sempre che sono una diversa dall’altra, perché la mano non è una macchina, il bello è quello.

Chiara Santori mentre lavora

Ti lasci ispirare dai clienti?

Lavoro molto sul personalizzato. Se il cliente ha una richiesta, cerco di andargli incontro. Poi ho la mia linea fissa da cui loro posso prendere ispirazione.

Che magliette usi?

T-shirt 100% cotone. Quasi tutte hanno la parte dipinta e quella in ricamo. In quella con i pop-corn, ad esempio, i pon pon sono fatti tutti a mano da me, con la lana. Altre invece vengono lavorate con l’uncinetto, e lì mi aiuta un po’ mia madre.

Mi ha colpito molto la maglietta su Frida Kahlo. Com'è nata l'idea?

È stata la prima ed è il mio cavallo di battaglia. Io mi sono diplomata all’Accademia di Alta Moda e del Costume in via cola di Rienzo, a Roma, con una tesi su Frida Kahlo. L’idea è nata guardando mia madre, che stava lavorando ad alcuni fiori. E così ho deciso di disegnare su una maglietta il volto della pittrice messicana e di applicare sopra i fiori. Ho iniziato così, per caso. Col tempo poi mi sono state sempre più richieste, e allora ho aperto l’attività. Da un passatempo è diventato così un’attività lavorativa.

Dato che sono realizzate a mano, come bisogna conservare le magliette?

Vanno tenute con più cura rispetto a una t-shirt stampata. Essendo dipinte e ricamate a mano, consiglio di lavarle a mano. Diciamo che è necessaria quella cura che richiede qualcosa di lavorato. Tante ore per realizzarla come tanta cura nel mantenerla.

Fai solo t-shirt o anche camicie?

D’inverno faccio anche le felpe. E poi accessori: cerchietti o calzini.

Ho visto che ha lavorato molto a dei pon pon.

È un lavoro che mi ha richiesto tutto il Natale mi ha richiesto, perché era l’oggetto che vendevo di più. Ci vuole pazienza e costanza.

A chi li vendevi?

Erano cerchietti per regali di Natale alle bambine.

Mi hanno detto che ora stai lavorando per Valentino?

Sì, questi due mesi sto andando lì. Do una mano durante la fase di shooting: se hanno modifiche o cambiamenti, io li aiuto in sartoria. È una grande opportunità, sono molto contenta.

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