Solo il meglio alla pizzicheria Ruggeri da oltre 100 anni

Di prosciutti appesi fuori non ce ne sono più, ma le insegne sono quelle di un tempo. Ad accoglierci dentro la pizzicheria Ruggeri a Campo de' Fiori, c’è il titolare Riccardo, uno che ha visto trasformarsi il negozio, la piazza e anche Roma.

Riccardo Ruggeri (destra) insieme al figlio Luca

Riccardo Ruggeri (destra) insieme al figlio Luca

Da quanto siete qui?

Dal 1919.

Quante generazioni?

Quattro.

Siete una delle undici botteghe romane d’eccellenza. Perché?

Questo non sta a me dirlo.

Naturalmente sta ai clienti. Cosa vi dicono di solitamente?

Che abbiamo tutto.

A differenza di altre botteghe, avete rinnovato tutto il locale.

All’interno sì, all’esterno è rimasto come un tempo. Pensa che poco prima che entrassi, stavo vedendo le licenze vecchie. Quelle per le insegne e le vetrine ce l'hanno rilasciate dopo molto tempo, nel 1969.

Prima com’era?

Mi mostra una cartolina vicino alla cassa.

Questo è il negozio la vigilia di Natale del 1935. Non c'erano vetrine.

24 dicembre 1935

24 dicembre 1935

Nel tempo, quindi, c’è stata un’evoluzione.

Sì, soprattutto per adeguare il locale alle norme igieniche.

E la storicità dove rimane?

Ad esempio, le prosciutto tagliato a mano e nelle marche norcine caratteristiche che vendiamo.

Qual è il prodotto che vendete di più?

Il parmigiano.

Le aziende vi contattano per vendere la loro merce?

Selezioniamo noi quelli che reputiamo i prodotti migliori. Faccio una battaglia contro il supermercato. Quello che trovi lì, io non lo tratto. Mi distinguo dagli altri negozi.

E catene come Eataly? Sentite la competizione?

Non me li filo pe’ gnente. Noi siamo Ruggeri e basta. Noi abbiamo il nostro nome e marchio.

Marchio Ruggeri

Marchio Ruggeri

Certo, solo a guardare come esponete la merce vien voglia di comprarla.

Sa, dopo 100 anni qualche esperienza l’abbiamo acquisita.

Siete tutti romani qui dentro?

No, lui è umbro. Guarda un signore dietro al bancone degli affettati. So' 50 anni che sta qua.

Ne avete di storie da raccontare.

Anticamente avevamo la lavorazione del maiale. Ce lo portavano appena ammazzato e facevamo noi prosciutti, salsicce e altro. Poi, con il passare del tempo, l’ufficio d’igiene era sempre più presente e pressante. Perciò mio padre e mia zia hanno preferito togliere questa lavorazione, per stare più tranquilli.

C’era quindi un altro modo di lavorare e di vendere.

Era più bello.

Perché?

Perché lavoravamo i prodotti che vendevamo, ma anche perché si instaurava un rapporto con il cliente più duraturo. Ora le persone di passaggio sono tante. Consideri che questo (ndr, Campo de' Fiori) un tempo era un rione popolare. Quando andavo a scuola mi vergognavo di dire che venivo da qui. Dicevo: “Abito vicino Piazza Navona”. Perché quella era una zona altolocata. Adesso invece è tutto cambiato. I vecchi clienti di una volta sono rimasti una decina. Qui sono tutti B&B ed uffici.

Si è perso il legame con il cliente ed è aumentata la vendita ai turisti?

Ora, l’80% della nostra clientela sono turisti.

Foto dalla pagina Facebook Ruggeri

Foto dalla pagina Facebook Ruggeri

Quando c’è il mercato a Campo de' Fiori soffrite?

Non esiste più qua il mercato, sono 6-7 banchi. Campo de' Fiori, il primo mercato de Roma, ha perso molto. Quando funzionava, saranno stati 20 banchi e 8 file. Da qua (indica davanti alla sua porta) fino a giù in fondo. C’era anche il mercato Der Biscione.

E cosa c'era?

Ci stavano i famosi “vignaroli”.

Ora non ci sono più?

No. È cambiato tutto da quando hanno tolto il marciapiede, si è persa la bellezza di Campo de' Fiori.

Voi siete rimasti gli stessi e nel 2019 avete festeggiato cent’anni.

È stata una bella festa. Sono venuti politici, vip, personaggi dello spettacolo e tante altre persone.

Ho visto che anche voi avete fatto un po’ di cinema sul vostro sito, con un video molto simpatico.

Grazie. È stato divertente.

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