Una Chiacchierata Con I Franky's Head

 
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È un caldo pomeriggio d’inizio estate e l’appuntamento con Francesco Giorgiano, chitarra dei Franky’s Head, è previsto per le ore quindici. Ci incontriamo in un bar del quartiere, e dopo aver sorseggiato un caffè prendiamo posto ad uno dei tavolini esterni. Nel salutarlo gli domando subito cosa si prova ad essere tra i gruppi che apriranno i Meganoidi ad Arezzo, e la risposta è presto servita: un’emozionante responsabilità.

Con una settantina di concerti all’attivo in giro per club e centri sociali romani, Francesco racconta dei palchi scaldati in apertura a DSA Commando e Colle Der Fomento, ma anche di quella volta in cui un maledetto temporale  (non si vedeva una goccia d’acqua da mesi) fu la causa dell’annullamento del concerto di Giancane, lasciando i Franky’s Head con gli strumenti in spalla. Due parole ancora sulla musica d’oggi, sull’indie che continua ad impazzare e proprio a questo va collegandosi la speranzosa “teoria delle decadi” del chitarrista: quest’ondata revival anni ’80, tutta tastiere e amore, ha ormai compiuto una decina d’anni. È tempo di un ritorno dei ’90 e delle chitarre aggressive che li contraddistinsero.

Ecco il gancio perfetto per parlare dell’ultimo lavoro del gruppo, che arriva a due anni dall’esordio. Chiedo se il titolo Minimi Mezzi Massima Resa nasconda un qualche intento ed effettivamente vuole essere un mantra, un riuscire a tirare fuori tutto quel che si ha dal poco a disposizione. Domando se poi è soltanto una coincidenza che la terza traccia sia Massima Resa e la quarta Minimi Mezzi, in una sorta di gioco di inversione, e la risposta è che nell’economia dei brani funziona meglio questo ordine.

Ci spostiamo poi a parlare della copertina,raffigurante un pandino rosso che distrugge un muro di cemento armato, creando un varco nel mezzo. L’immagine è iconica, ci spiega Francesco, e sta a rappresentare una rottura delle barriere attraverso il Suono Libero e potente degli amplificatori. E facendo partire il disco l’effetto provocato da Subito, opening track del lavoro, è proprio quello di un’onda d’urto, di un forte impatto sonoro che colpisce i timpani e sveglia dal torpore.

In Minimi Mezzi spicca la collaborazione con El Pinto, poeta di strada, e chiedo se sia importante la componente street nel progetto Franky’s Head. Il “moltissimo” che ricevo è testimoniato dai videoclip di due singoli della band, nella dicotomia centro/periferia (zona Colosseo e Corviale, Trullo, Garbatella) e nel parkour, un esempio calzante di massimo risultato da un minimo mezzo, le proprie leve.

 
 

Infine la più inflazionata delle domande che però interessa sempre gli amanti dei paragoni e dei parallelismi: “quali sono le vostre influenze e ispirazioni?”. La risposta non tarda: “Audioslave, Tom Morello e il rap metal dei Rage Against The Machine”. L’orologio batte le sedici, l’ora è volata.

Minimi Mezzi Massima Resa ha tutta la forza degli anni novanta, basso e chitarra a dettare legge e barre incastrate. Un grido di protesta quello del quintetto romano, carico di denuncia sociale e tanto tanto volume. Per ora potrete goderveli live nell’underground capitolino, in attesa che nuove idee esplosive prendano forma nella “testa di Franky”.