Una chiesa dentro una bottega, l’arte del legno dei Petrosemolo
È vero che Roma è la città con più chiese al mondo, ma vederne una dentro un negozio fa un certo effetto. In via Gesù e Maria 24, a due passi da piazza del Popolo, dentro la bottega Petrosemolo c’è un modello della Basilica di San Bartolomeo all’Isola. Fuori il negozio, invece, trovo Matteo Petrosemolo: l’ultimo artigiano di una famiglia che va avanti da generazioni.
Siete una bottega storica?
Sì, lo siamo diventati quando il titolare era mio papà, ora lo sono io.
D’eccellenza, giusto?
Sì, 70 anni di attività e tre generazioni. La mia è la quarta, considera che mio bisnonno aprì l’attività nel 1926.
Essere riconosciuti come bottega storica vi tutela?
È solo una determinazione dirigenziale del Comune, che trovi appesa dentro il negozio. Non ci hanno mai fatto nemmeno pubblicità.
In quanti lavorate?
Io e mio padre.
Ti ha trasmesso la passione?
C’è voluto un po’. Inizialmente avevo provato a fare qualcosa di diverso, poi ho realizzato che c’era da tempo un’attività del genere e che era bello proseguirla.
Stamattina ero passato ed eravate a comprare il legno. Dove vi rifornite?
Un negozio sull’Aurelia, vicino al Grande Raccordo Anulare.
È facile portare il materiale qui?
Finché avevamo il permesso per entrare nel centro storico sì, da quando hanno aumentato i costi è più difficile. Il prezzo per il permesso è quadruplicato: prima si pagavano 80 euro all'anno, ora 360.
Ci sono alternative?
Fortunatamente il Comune ha messo a disposizione un servizio di car sharing. Il furgone elettrico è perfetto per una realtà come la nostra. E ha costi contenuti.
Siete sempre stati artigiani del legno?
Il laboratorio nacque con mio bisnonno come restauro. Poi, mio padre ha iniziato ad ampliarlo, occupandosi di ebanisteria.
È difficile lavorare l'ebano?
Molto. L’ebano è uno dei legni più duri al mondo. Si lavora con gli stessi strumenti, ma vanno affilati in continuazione proprio perché è molto duro. È difficilissimo da lavorare, infatti i più bravi artigiani del legno vengono chiamati ebanisti.
Ora vi occupate anche d'altro?
Da quando sono entrato io, abbiamo iniziato a occuparci anche di falegnameria.
Avete quindi ampliato l’offerta.
Sì, in modo da diversificare e avere più settori dove operare. Anche per superare le crisi economiche.
E adesso a cosa state lavorando?
Sto facendo dei copritermosifoni. Certo, di solito non li faccio, ma in un periodo come questo tutto quello che arriva lo prendo. Anche se per noi è leggermente degradante.
Costruite anche altro per la casa?
Certo. Librerie, armadi, letti.
Tutto là dentro?
Sì, in 22mq di spazio. Poi, per vedere se sono venute bene, capita che le monto qui fuori.
Vieni, ti mostro dentro.
E questo cos’è?
Questo è un centrotavola, lo abbiamo costruito noi.
Un’opera d’arte.
Questo non lo dico io. Lo lascio dire agli altri.
Quanto tempo avete impiegato?
Taglio, lucidatura e tutto il resto: almeno un paio di settimane.
E quanto viene?
Considera che una mia giornata lavorativa sta sui 150-200 euro. Quindi, il centrotavola, dovrebbe stare sui 2500. Ma veniamo incontro ai clienti.
Qual è la vostra clientela?
Qui in centro sono per lo più l’antiquario o la galleria d’arte, mentre fuori il privato che restaura il mobile o se lo vuole far costruire.
Lavorate con il turismo?
No. Anche se in futuro spero di catturare i turisti, magari vendendo fermacarte in legno come souvenir.