Victoria Lu: a woman art warrior

Victoria Lu is the first female art critic and curator in the Chinese contemporary art world. She was a founding board member of MoCA (Museum of Contemporary Art) in Taipei and the first creative director of MoCA in Shanghai. A child prodigy with exceptional talents, an american and world citizen, a friend of great artists such as Yayoi Kusama, eccentric, vivacious, brilliant and vital, we met her on the occasion of the exhibition 'Weaving Through Time and Space', the 3rd “Metaverse Art Annual Exhibition”, directed by her (and curated by Sen Fu and Angelo Maggi) at the Palazzo Bragadin Carabba in Venice.

Chinese art is developing a lot and is becoming one of the most important and interesting in the world; do you feel like an ambassador of Chinese art?

Not really, because I was born in Taipei, in a very classical Chinese literary family, I was educated in a very classical Chinese way. So I am very proud of my cultural heritage and I consider myself like a Chinese modern. I learned to paint since I was four years old, I was a child prodigy and I entered in a university program when I was nine and I had my first personal show at the age of thirteen. At the age of seventeen I made a long painting forty meters long, and that painting is now in Taipei Palace Museum (I think I am the youngest artist ever included in Palace Museum).

Then I went to Belgium, in Royal Academy in Brussels when I was twenty. After that I immigrated to USA, it was 1973. I became an american citizen in 1980.

For these reasons I’m very proud of my education, I was very fortunate. But for these reasons too I can’t say I’m an ambassador of Chinese art, I’m not pure, I’ve no Chinese passport.

But we can say that you are an ambassador of Asian contemporary art?

Yes, I think that I am the oldest professional woman curator in Asia, for my generation I am a sort of woman art warrior (we laugh together). Since I was young I used to protest with my professor in California for women’s right.

You are a model for female curators in Asia.

Yes, that’s true I think. I’m the first in China.

A.I. is developed a lot and is becoming so useful for our lives. It’s also used in art. There is a limit in using artificial intelligence for works of art?

Obviously A.I is a scientific achievement. But it’s not the main achievement for art, but it’s a very common useful tool for artists. Before Renaissance people used tempera colors, and then they used oil colors, and they stopped using tempera; then in the Nineteen fifty’s, people started using acrylic colors, and nobody compare. And now a lot of people use video art, new media, and it evolve every day, and today the new media art is A.I.! Right? So obvious, so easy to understand.

A lot of artists are against A.I., and I can understand why, because you can’t prove the originality of your work.

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But a few years ago it seems to be the future of art, there was a boom of NFT also for the collectors.

For the economy wise, crypto is not mature, is not mature yet. NFT is not traceable, but for art, I say: why not? If an urinal can ben art, the shit can be art, everything can be art, also NFT, of course.

You met a lot of important figures in your life, you’ve been in contact with important artists like Yayoi Kusama; what’s your relationship with her?

Yayoi Kusama is actually my idol, I love her so much. She is now ninety, is twenty years older than me, and she can be my mom. I curated an exhibition in Taipei MoCA Museum, and I made a documentary of the show and I invited her to make an interview with me. I don’t know why but in that day she was crying, she was so moved, I think she knows me, we embraced each other; I still don’t understand what happened that day.

There was a special connection between you and her.

Yes. And I tried to wear different clothes, hair, and not to be like her, to be respectful. But I really look like her, when I was younger a lot of time ago I was visiting La Biennale in Venice and a lot of people came to me and ask me for a signature. And I used to answer them: “I’m not Kusama, do you still want my signature?”.

Europe was so important in your life, I suppose. Which country and which city in particular?

Italy. I think Italy is the only nation that can be compared to China, for the rich history, for cultural heritage. Who else except Italy? I think Italians are so lucky, every city is so ancient. When I was in US I visited many cities and I can’t even remember those names.

Your work is related to the animated cartoons and to an aesthetic you have called 'Animamix' (able to turn life into a cartoon). Do you think is important to recover the gaze of the childhood? Picasso said: “It took me four years to paint like Raphael, but a lifetime to paint like a child”. What do you think about it?

Exactly, I agree! When I was a child I can paint like an adult, then I lost the naiveness , the real pure child natural innovation. I lost it, because I was educated to much. So before when I was a child prodigy I was like an adult, and now I want to be like a child again.

 


Victoria Lu è la prima donna critica d'arte e curatrice nel mondo dell'arte contemporanea cinese. È stata membro del consiglio di amministrazione del MoCA (Museum of Contemporary Art) di Taipei e primo direttore creativo del MoCA di Shanghai. Bambina prodigio dal talento eccezionale, cittadina americana e del mondo, amica di grandi artisti come Yayoi Kusama, vivace, eccentrica, brillante e vitale, l'abbiamo incontrata in occasione della mostra "Weaving Through Time and Space", la terza mostra annuale di Arte del Metaverso da lei diretta (e curata da Sen Fu e Angelo Maggi) a Palazzo Bragadin Carabba a Venezia.

 

L'arte cinese si sta sviluppando molto e sta diventando una delle più importanti e interessanti nel panorama artistico contemporaneo; lei si sente un'ambasciatrice dell'arte cinese?

Non esattamente, perché sono nata a Taipei, in una famiglia di letterati cinesi e sono stata educata in modo molto classico. Sono quindi molto orgogliosa del mio patrimonio culturale e mi considero una cinese moderna. Ho imparato a dipingere da quando avevo quattro anni, ero una bambina prodigio, sono entrata in un programma universitario a nove anni e ho fatto la mia prima mostra personale a tredici anni. A diciassette anni ho realizzato un lungo dipinto di quaranta metri, che ora si trova nel Taipei Palace Museum (credo di essere la più giovane artista mai inserita in questo museo).

Poi, a vent'anni, sono andata in Belgio, alla Royal Academy di Bruxelles. E in seguito sono emigrata negli Stati Uniti, nel 1973. Sono diventata cittadina americana nel 1980.

Per questi motivi sono molto orgogliosa della mia formazione, sono stata molto fortunata. Ma per queste stesse ragioni non posso dire di essere un’ambasciatrice dell'arte cinese, non sono “pura”, non ho neppure un passaporto cinese.

Ma possiamo dire che lei è un’ambasciatrice dell'arte contemporanea asiatica?

Sì, credo di essere la più anziana curatrice professionista in Asia, per la mia generazione sono una sorta di donna guerriera dell’arte (ridiamo insieme). Sin da quando ero giovane protestavo con il mio professore in California per i diritti delle donne.

Lei è un modello per le donne curatrici in Asia.

Sì, credo sia vero. Sono la prima in Cina.

L'Intelligenza Artificiale si sta sviluppando molto e sta diventando sempre più utile per la nostra vita. Viene utilizzata anche nell'arte. C'è un limite nell'uso dell'intelligenza artificiale per le opere d'arte?

Ovviamente l'intelligenza artificiale è una conquista scientifica. Ma non è la principale conquista per l'arte, ma è uno strumento molto comune e utile per gli artisti. Prima del Rinascimento la gente usava i colori a tempera, poi ha usato i colori a olio e ha smesso di usare la tempera; poi, negli anni Cinquanta, ha iniziato a usare i colori acrilici e nessuno ha fatto confronti. E ora molte persone usano la videoarte, i nuovi media, che si evolvono ogni giorno, e oggi la nuova arte è l'IA! Giusto? È così ovvio, così facile da capire.

Molti artisti sono contrari all'A.I. e posso capire il perché; perché non si può dimostrare l'originalità del proprio lavoro.

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Lei ha incontrato molte figure importanti nella sua vita, è stata in contatto con artisti importanti come Yayoi Kusama; qual è il suo rapporto con lei?

Yayoi Kusama è il mio idolo, la amo molto. Ha ormai novant'anni, ha vent'anni più di me, e potrebbe essere mia madre. Tempo fa curai una mostra al MoCA Museum di Taipei, ho realizzato un documentario sulla mostra e l'ho invitata a fare un'intervista insieme. Non so perché, ma quel giorno piangeva, era così commossa, credo che mi conoscesse, ci siamo abbracciate; ancora non capisco cosa sia successo quel giorno.

C'era un legame speciale tra voi.

Sì. Nel tempo ho cercato di indossare abiti e capelli diversi, di non assomigliare a lei, di essere rispettosa. Ma le assomiglio davvero, quando ero più giovane, molto tempo fa, ero in visita alla Biennale di Venezia e molte persone venivano da me per chiedermi una firma. E io rispondevo loro: "Non sono Kusama, volete ancora la mia firma?".

L'Europa è stata molto importante nella sua vita, immagino. Quale Paese e quale città in particolare?

L'Italia. Penso che l'Italia sia l'unica nazione che può essere paragonata alla Cina, per la ricchezza della storia, per il patrimonio culturale. Chi altro se non l'Italia? Penso che gli italiani siano così fortunati, ogni città è così antica. Quando sono stata negli Stati Uniti ho visitato molte città e non riesco nemmeno a ricordarne i nomi.

Il suo lavoro è legato ai cartoni animati, all’animazione e a un'estetica da lei definita “Animamix” (capace di trasformare la vita in cartone animato). Pensa che sia importante recuperare lo sguardo dell'infanzia? Picasso ha detto: "Mi ci sono voluti quattro anni per dipingere come Raffaello, ma una vita intera per dipingere come un bambino".

Esattamente, sono d'accordo! Quando ero bambina potevo dipingere come un adulto, poi ho perso l'ingenuità, la vera innovazione naturale del bambino. L'ho persa perché sono stata educata troppo. Quindi prima, quando ero una bambina prodigio, ero come un adulto, e ora voglio tornare a essere un bambina.