Bud Spencer Blues Explosion - "Vivi, Muori, Blues, Ripeti": Una Chitarra e Una Batteria.

 
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Anno: 2018

Genere: Alternative Rock; Garage Blues

Durata: 42' 50''

Etichetta: La Tempesta

Le certezze assolute, alla luce di “Vivi, Muori, Blues, Ripeti”, ultima prova  dei Bud Spencer Blues Explosion, restano ancora, e per la fortuna di noi ascoltatori la chitarra di Adriano Viterbini e le bacchette di Cesare Petulicchio. La missione del duo per conto della musica italiana rimane perciò, alla quinta sfida in studio, il continuare a diffondere il blues sotto forma di quel particolare ibrido personale di pentatoniche, graffi grunge e stoccate garage rock.

Per i due musicisti e session man più richiesti dai colleghi –tra gli ultimi a chiedere “consulenza” spunta Nick Cester, ex leader dei Jet- nessuna inversione di marcia, nessuno sbando o piegamento alle nuove tendenze. Giusto qualche lieve accorgimento pop alle intelaiature melodiche di un paio di brani ed una timida aggiunta di tastiere in minuscoli frangenti.

L’electric blues delle origini è ancora una volta salvaguardato dalla coppia virtuosa, vivendo e ripetendosi anche in questi dieci nuovi inediti. Tracce d’impatto e veementi, rapide e disinvolte, che sembrano fuoriuscire dalle saracinesche abbassate di uno scantinato di un paesino americano di periferia. Le chitarre effettate, spinte fuori dall’amplificatore, rincorrono la batteria senza tregua in un valzer di fuoco, con i riff incessanti di Viterbini che giocano con le ritmiche sincopate delle pelli di Petulicchio.

I testi, al solito schietti e provocanti, riscontrano buona longevità, grazie anche alla collaborazione a quattro di essi di Davide Toffolo dei Tre Allegri Ragazzi Morti, e a quella di Umberto Maria Giardini ad altri quattro. Se qualcuno si stesse accingendo per la prima volta ad ascoltare l’adrenalinico gruppo romano con questo disco, è avvisato puntualmente all’esordio: in “E Tu?” i due si presentano al pubblico esclamando dal microfono, simile ad un megafono “Noi in due suoniamo come in dieci”. E il paragone è azzeccato e mai fuori luogo, perché col procedere dei minuti si assiste ad un progressivo aumento dei giri senza mai staccare il piede dal pedale dell’ acceleratore.

 
 

Ma non è solamente il caro e inossidabile blues a scandire il tempo del long playing, vista la carica funk che traspare dai falsetti di "Allacci e Sleghi" o il torrido, quasi tribale, intervento strumentale nella sezione centrale di “Presto Sarò Chi Sono” a mostrare, anzi a dimostrare, uno sguardo di larghe vedute che si affaccia alla world music. Chiude “Calipso”, tra le cose più sorprendenti di questo “Vivi, Muori, Blues, Ripeti”, che nei sei minuti e mezzo di esistenza, riesce a trascinarci nelle profondità acquatiche di un oceano di suoni, dove alle giocolerie di chitarra e batteria si affiancano decise, nel ritornello e nella lunga sessione strumentale, le tastiere.

Sulle orme dei grandi esempi a stelle e strisce degli anni duemila, Black Keys e White Stripes su tutti, l’accoppiata romana continua a distinguersi nel circuito indipendente in termini di musicalità ed approccio, evitando l’ effetto di ridondanza nel quale si rischierebbe di cadere, arrangiando la maggior parte dei pezzi con l’impiego dei soli due fidati strumenti. I Bud Spencer Blues Explosion suonano tuttora come la novità e l’eccezione, esponenti di un genere che non deve spegnersi.                                                                                Catch the Blues.

 
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Gradimento Autore: 7.3/10

Gradimento Amletico*: 7.2/10

Tracce Consigliate: "La Donna è Blu"; "Allacci E Sleghi"; "Calipso"

 

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